Pensioni: tutti i numeri dell’Inps

Si parla spesso di riforma delle pensioni. I numeri dell’universo dei trattamenti pensionistici ballano. Dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle rivalutazioni del costo della vita si è fatta qualche chiarezza. Le pensioni erogate dall’Inps sono 18 milioni, di cui 14,3 milioni originate dal versamento di contributi e 3,7 assistenziali (invalidità civile, assegni sociali) per una spesa di 192, 5 miliardi. Ci sono poi i trattamenti erogati ai dipendenti pubblici (il cui ente è confluito nell’Inps) che sono altri 2, 8 milioni per una spesa di 65 miliardi. L’esborso totale è quindi di 257 miliardi l’anno. Il sistema italiano prevede che i trattamenti, in ogni momento, vengano finanziati dai lavoratori attuali (ripartizione pura). A partire dal 1992 (governo Amato) il sistema è stato riformato più volte, trasformandolo da retributivo (pensioni basate suji redditi percepiti negli ultimi anni di lavoro) in contributivo, che lega l’importo della prestazione all’ammontare dei contributi versati. Con la riforma Dini del 1995 il sistema di calcolo per coloro che iniziavano a lavorare dal 1 gennaio 1996 diveniva quello contributivo. Nel 2011 la riforma Fornero, bocciata dalla Corte costituzionale nella parte del blocco dell’adeguamento all’inflazione, dispose che il sistema contributivo valeva per tutti a partire dal 2012 mentre per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano pagato contributi pari a 18 anni avevano diritto all’applicazione del sistema misto: retributivo su quanto pagato fino a quella data, contributivo per gli anni successivi.

Secondo i dati Inps, ancora oggi 12,4 milioni di dipendenti privati ricevono assegni calcolati con il sistema retributivo. In realtà per l’Inps i pensionati veri e propri sono 16,4 milioni perché almeno uno su tre riceve più di un assegno: il 67% ha una sola pensione, il 25% due, il 7,8% tre. Quanto agli importi, i trattamenti previdenziali e assistenziali sono per il 74 per cento inferiori a mille euro all’anno (13,2 milioni), l’importo medio è di 825 euro mensili, pari a 9.900 euro l’anno. Ben 11,6 milioni di pensionati non arrivano a 750 euro, mentre altri 1,6 milioni percepiscono assegni tra i 1500 e i 2 mila euro. Sopra queste cifre i numeri si assottigliano: 500 mila persone hanno pensioni tra i 2 e i 3 mila euro, oltre al tetto dei 3 mila ci sono circa 350 mila assegni. Il boom delle pensioni di invalidità si è verificato tra il 2005 e il 2015. Le pensioni sono tassate con aliquote Irpef dal 23% per la fascia fino a 15 mila euro al 43% per quelle oltre i 75 mila.

L’Inps ha chiuso in rosso il bilancio 2015 con 5,6 miliardi di euro. Ad aumentare il buco sono le gestioni speciali incorporate dall’Istituto e cioè l’ex Inpdai (dirigenti d’azienda), ex fondi elettrici, telefonici, trasporti. Perdite anche dalla gestione degli artigiani e agricoltori. Altrimenti il fondo dei lavoratori dipendenti chiuderebbe con un attivo di 9,4 miliardi. Per la stragrande maggioranza delle famiglie di pensionati la vera ricchezza è la proprietà della casa.

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